HOME   PUBBLICAZIONI   ATTIVITA' CULTURALI   CANAVESE   PARLIAMO DI

 immpn1.gif (1724 byte)

Done

La documentazione epigrafica d'età romana

in Alto Canavese

Dal contributo di Enrica Culasso Gastaldi
in

Comunità  Montana Alto Canavese (CORSAC)


sponso1.jpg (12086 byte)

S: Ponso- P. Livius Macer

Un'intensa frequentazione d'età romana interessò, a cominciare probabilmente dall'ultima età repubblicana, il territorio canavesano compreso tra Orco e Stura. La documentazione antica mostra ricchezza di dati che provengono sia dai ritrovamenti epigrafici che da quelli archeologici, sia dalle testimonianze topografiche (resti della centuriazione e del sistema viario) che da quelle toponomastiche. Alla luce delle ultime indagini pare possibile stabilire l'appartenenza amministrativa del territorio preso in esame alla colonia di Augusta Taurinorum (Torino).

Indubbiamente però un più precoce polo di romanizzazione fu costituito da Eporedia (Ivrea), fondata, come testimoniano le fonti antiche, nel 100 a.C. Anche il territorio canavesano a occidente dell'Orco appare interessato, nel corso del I secolo a.C., dai primi fenomeni connessi alla romanizzazione: è infatti molto probabile che esso venisse organizzato dal punto di vista agrimensorio e catastale già nella prima età augustea, in un momento cronologicamente anteriore alla fondazione della colonia taurinense. Questo provvedimento avrebbe introdotto le consuetudini di occupazione del suolo tipiche del mondo romano ma non avrebbe comportato l'invio in sito di coloni esterni provenienti dalle regioni centroitaliche. In sostanza gli antichi abitanti avrebbero continuato a detenere il possesso della terra, però con l'introduzione di nuovi criteri di funzionalità connessi principalmente alla morfologia del suolo e allo scorrimento delle acque.

La seconda tappa nel processo di romanizzazione del territorio è rappresentata dalla fondazione di Augusta Taurinorum, che pare riconducibile, secondo i più recenti orientamenti critici, alla piena età augustea. La deduzione della colonia, realizzata con l'immissione di elementi esterni nel tessuto sociale subalpino, fu accompagnata da una misurazione dell'agro circostante e da una vera e propria distribuzione ai coloni dell'agro centuriato. Il territorio interessato a quest'ultimo provvedimento è riconoscibile in quella parte del comprensorio bassocanavesano più prossimo alla periferia settentrionale di Torino. Con l'ultima età repubblicana, e poi con l'età imperiale il territorio appare definitivamente avviato verso la completa romanizzazione, conservando tuttavia i caratteri più tipici della propria identità culturale, contrassegnata da forti emergenze preromane.

La documentazione archeologica e le tracce che ancor oggi permangono della centuriazione e dell'antico sistema viario attestano un'alta concentrazione d'insediamenti specialmente nel triangolo settentrionale compreso tra Valperga-Front-Feletto. Il livello dei siti appare però fortemente discontinuo, come chiaramente rivela il manufatto epigrafico: se la documentazione di San Ponso, ad esempio, si distingue per livello sociale dei dedicanti, per qualità del materiale impiegato, per raffinatezza d'esecuzione dovuta a evidente presenza, anche non in sito, di officine lapidarie, la rimanente documentazione del territorio conosce espressioni molto più modeste e culturalmente periferiche. Lo dimostra innanzitutto l'identità sociale dei dedicanti, uomini liberi romanizzati ma con evidenti tratti onomastici celtici, e in secondo luogo anche la povertà dei manufatti, quasi sempre realizzati con materiale locale, grezzo nella superficie d'incisione; il testo epigrafico presenta inoltre formule funerarie dalla tipologia povera e semplificata. E questo il caso, ad esempio, dei titoli di Valperga e di Levone che rappresentano, con quelli di San Ponso, le più numerose concentrazioni di materiale epigrafico del territorio.

La proporzione che si può stabilire tra le famiglie che potremmo definire benestanti e la maggioranza di individui con le più limitate (o meno evidenti) capacità economiche appare di uno a dieci. Tale rapporto esprime bene anche la correlazione tra liberti (cioè schiavi che hanno acquistato la libertà) e uomini liberi, presenti, questi ultimi, in maniera prevalente nella documentazione epigrafica. Appaiono dunque scarsamente attestate le famiglie di buon livello economico, a cui andranno rapportate anche le sporadiche attestazioni di liberti; è in ogni caso significativo notare che la loro presenza, pur così limitata sul territorio, si dovette concentrare nella zona di San Ponso come provano le stele sepolcrali qui conservate.

Epigrafia di età romana a San Ponso

Epigrafia di età romana a Valperga

Epigrafia di età romana a Levone, Rivara e Forno Canavese


pcrston.gif (1360 byte)
HOME   PUBBLICAZIONI   ATTIVITA' CULTURALI   CANAVESE   PARLIAMO DI