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I VENT'ANNI DEL CENTRO RICERCHE E STUDI ALTO CANAVESE CORSAC

©  CORSAC  Giovanni Bertotti   1999

Ricorre quest'anno il ventennale della fondazione ufficiale del Centro Ricerche e Studi Alto Canavese C.O.R.S.A.C.) di Cuorgné. Risale infatti alla fine degli anni '70 l'attività in Alto Canavese del prof. Francesco Fedele, allora docente di antropologia presso l'Università degli Studi di Torino; egli riprese con rigore scientifico le ricerche pionieristiche sul territorio iniziate negli anni '40 e'50 da un piccolo gruppo di appassi6nati locali che faceva capo al dott. Mario Bertotti ed a Mario Peradotto, recentemente scomparso.

L'attenzione ai concentrò su alcune località, come l'altura di Belmonte, ove erano stati rinvenuti in superficie dei frammenti di vasi dalla tipica decorazione geometrica dell'età del bronzo, e come la Boira Fusca, piccola grotta in località Voira tra Salto e Pont, nella quale si potevano supporre avessero soggiornato delle popolazioni preistoriche.

Gli scavi diedero risultati insperati: negli strati più profondi della Boira Fusca vennero alla luce alcuni reperti attribuibili al Paleolitico, circa 10000 armi a.C., testimoniando per la prima volta in Canavese la presenza di popolazioni così antiche.

Il prof. Fedele, con una mentalità e disponibilità del tutto nuove, volle che a queste campagne di scavo partecipassero anche elementi locali, adeguatamente diretti: la stessa popolazione locale, con incontri settimanali, veniva regolarmente tenuta al corrente dell'evoluzione delle ricerche. Si venne così costituendo il C.O.R.S.A.C. - Centro Ricerche e Studi Alto Canavese - che il 5 febbraio 1980 assunse un preciso riconoscimento giuridico, prefiggendosi di "promuovere ricerche e studi sulla storia globale dell'Uomo e del territorio nella regione Alto Canavesana" (Statuto art.3), incoraggiando e sostenendo "attività scientifiche ed educative nel settore antropologico, archeologico e ambientale, mirando a contribuire alla comprensione della società umana nella sua evoluzione... divulgando le conoscenze così acquisite anche fuori dell'ambito di origine, superando le barriere tra ricercatori e pubblico ... stimolando l'interesse scientifico e culturale per il territorio in cui il Centro ha sede..." (art.4).

Notevole fu l'interesse riscosso dall’iniziativa: centinaia di persone visitarono i cantieri di scavo e parteciparono alle relative conferenze.

Il Centro divenne così un luogo di incontro per reciproci aggiornamenti e contemporaneamente un importante stimolo culturale per i più volenterosi indotti ad uscire dal proprio ristretto nucleo di conoscenze per scoprire nuovi aspetti dell'ambiente e della storia.

Nella vasta sede di via Nigra, messa a disposizione dal Comune, vennero a soggiornare parecchi studenti stranieri di archeologia, specie dagli Stati Uniti, portando un notevole bagaglio di conoscenze. Presidente del CORSAC in quei primi anni di attività fu il dott. Marco Cima, che riuscì a coinvolgere nelle ricerche sia università che soprintendenze, amministrazioni comunali ed enti locali; quando il prof. Fedele dovette lasciare l'attività in zona perché chiamato ad insegnare in altra università, il dott. Cima diresse validamente e con competenza le campagne di scavo di Vislario (1978), Uvera C1979), Belmonte (1982-83), Salto e Santa Maria in Doblazio (1984 -85). Organizzò nel 1981 la mostra "Vicende dell'uomo in Valle Orco" tenutasi a Cuorgné con il contributo del Lione Club Alto Canavese, arricchita da un importante catalogo.

Una parte dei reperti archeologici trovati sul territorio entrarono a costituire il Museo Archeologico dell'Alto Canavese, inaugurato nel 1988 all'interno del Palazzo Comunale di Cuorgné.

Nel museo non ci sono oggetti artistici eclatanti, appannaggio di altre regioni e altre civiltà, ma ben rappresenta il succedersi in Canavese delle antiche popolazioni, umili e laboriose, dalla preistoria all'epoca romana ed al medioevo.

Animatore instancabile del museo fin dalla sua ideazione è stato il sig. Mario Peradotto, che ricopriva anche la carica di Segretario dell'Associazione; possedeva una rara competenza, avendo partecipato a tutte le campagne di scavo, e riusciva con estrema semplicità ad affascinare ed interessare i visitatori, specie i più piccoli.

La sua inaspettata scomparsa, appena pochi mesi fa, ha lasciato un vuoto non facilmente colmabile e privato il Museo ed in generale l'archeologia canavesana di una delle figure più rappresentative.

Dopo la metà degli anni '80 l'attività del CORSAC , prima incentrata quasi esclusivamente sugli scavi archeologici, ha dovuto diversificarsi. Il confluire di numerosissimi nuovi soci, con interessi e competenze in altri settori della storia o della cultura in generale, ha indotto ad intraprendere ricerche e studi anche su altri argomenti. Uno di questi è stato quello delle incisioni rupestri, già abbozzato nei primi tempi dai collaboratori del prof. Fedele ed in particolare dal dott. Maurizio Rossi, e culminato nello studio e salvataggio del masso di Navetta, oggi collocato accanto all'ingresso del Museo Archeologico.

Alle prime sporadiche segnalazioni di appassionati locali hanno fatto seguito ritrovamenti anche di una certa importanza; oggi, con circa 10000 incisioni censite, si può affermare che anche le nostre valli sono entrate a pieno diritto tra quelle ove gli uomini preistorici hanno lasciato tracce dei loro culti. Talora si è anche ritenuto opportuno procedere al salvataggio per incisioni particolarmente esposte a degrado.

Una vasta documentazione fotografica venne anche allestita in una sala attigua al Museo, del quale costituiva un importante ed apprezzato complemento: purtroppo nei recenti interventi di ristrutturazione dell'edificio questa sala ha trovato diversa sistemazione e questi documenti restano in attesa di poter essere nuovamente esposti. L'archeologia e l'architettura medioevale formano oggetto di studio; si è fatto per esempio un lavoro di raffronto tra le documentazioni scritte, specie quelle catastali, e le strutture esistenti nella parte più antica di Cuorgné, che ha già permesso di giungere a risultati sorprendenti, permettendo di localizzare esattamente la collocazione originaria di antiche chiese e palazzi nobiliari, capovolgendo vecchie tradizioni e credenze tramandate acriticamente.

Ci si occupa anche di un settore a noi certamente più vicino e venuto tristemente alla ribalta in questi ultimi tempi: l'archeologia industriale.

Le numerose industrie che un tempo costellavano la nostra zona oggi sono notevolmente in declino: dietro ad ognuna c'è una storia, degli eventi, dei personaggi che occorre strappare all'oblio. I loro archivi, privati, con la chiusura dell'azienda si disperdono o vengono distrutti cancellando dati, eventi, personaggi che hanno influenzato la storia economica del Canavese.

Campo di prova è stata la Manifattura di Cuorgnè: la pubblicazione nel 1995 di un volume dedicato a questa azienda ha permesso di richiamare la passata importanza stimolando le iniziative per un suo recupero.

Anche le testimonianze artistiche, specie le più antiche e più a rischio di degrado, sono oggetto di attenzione: con la pubblicazione nel 1992 di un volume dedicato alla chiesa di San Giorgio, antica parrocchiale di Valperga in quell'epoca minacciante rovina, si è portata a conoscenza del grosso pubblico l'importanza degli affreschi ivi contenuti, costituenti il ciclo pittorico medioevale più importante dell'Alto Canavese, premessa indispensabile per un suo recupero che oggi si può affermare esser giunto ormai a buon fine.

Un altro settore sul quale si e rivolta l'attenzione è quello linguistico e toponomastico.

Si è andati a cercare le più antiche attestazioni dei nomi delle varie località, la pronuncia esatta nel dialetto originale, cercando poi di risalire al significato del nome, alla sua evoluzione linguistica e quindi all'influsso esercitato dalle varie popolazioni succedutesi in quella località.

Anche lo studio dialettale è parso degno di attenzione: con la scomparsa delle ultime generazioni di montanari sta sparendo anche una lingua, con i suoi vocaboli, la sua sintassi, la sua specifica pronuncia diversa da luogo a luogo. Anche questo è un frammento della nostra storia che, senza pretendere di voler riportare in uso, occorre conservare, documentandolo adeguatamente, per gli studiosi futuri.

Riveste anche importanza per la nostra associazione la collaborazione per le tesi di laurea, indirizzando i giovani studiosi in quei settori che si ritengono degni di interesse Così come si cerca sempre di collaborare negli argomenti connessi alla nostra zona in pubblicazioni o volumi di più vasto respiro.

Se tutte queste attività sono forse poco appariscenti, limitate ad un. numero necessariamente ristretto di studiosi, la popolazione in generale viene direttamente coinvolta nelle gite sociali e nei cicli di conferenze.

Le gite sociali hanno come meta mostre o località interessanti anche a notevole distanza ( Venezia - Ungheria) ma sovente ci si reca anche solo alla scoperta delle bellezze ignote del Canavese o in villaggi abbandonati di sperduti valloni alla ricerca di testimonianze del passato.

Le conferenze, gli "Incontri del venerdì", costituiscono ormai una tradizione ventennale: ogni anno si svolgono due cicli, in primavera ed in autunno, di 4 - 6 conferenze ognuno, invitando esperti, docenti personalità significative. Il denominatore comune è il Canavese, in tutti i diversi aspetti.

Anche le pubblicazioni sono ormai una tradizione: ogni anno si è riusciti a pubblicare una monografia che in genere riassume un filone di ricerca; vengono distribuite in omaggio ai soci in occasione del rinnovo della quota associativa.

Si sono venute formando diverse collane tra le quali citiamo "Orco Anthropologica" oggi al 10° volume, che raccoglie le relazioni originali degli scavi archeologici, delle ricerche sulle incisioni rupestri, contributi storici vari; "Orco Toponomastica e Linguistica" dedicata agli aspetti del linguaggio ed ai toponimi; "Orco Reprints" raccoglie scritti sul territorio alto canavesano già apparsi in diverse pubblicazioni oggi non più reperibili e di difficile consultazione.

L'adesione al CORSAC è pienamente libera a chiunque abbia interessi culturali per il territorio o la storia canavesana e la quota associativa è sempre stata tenuta su livelli assolutamente modesti per consentire a tutti di partecipare alle iniziative.

Le cariche sono elettive, non vi sono fini di lucro e non sono ammesse finalità politiche.

La sede si trova presso il Museo Archeologico nel Palazzo Comunale di Cuorgné ed è aperta al mercoledì sera dalle 21 alle 22: vi si può prendere visione delle pubblicazioni, consultare i volumi della biblioteca sociale, visitare il Museo e prendere accordi per le varie iniziative proposte.

Cuorgnè,30/10/1999

 

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